25 Settembre 2025
Risparmio

Caldaia sempre accesa: un risparmio o uno spreco? La guida per ottimizzare i consumi

Affrontiamo una delle domande più comuni tra i proprietari di casa che devono lasciare l’abitazione per poche ore al giorno, oppure per più tempo durante brevi ferie o per spostamenti di lavoro. Tra i vari comportamenti c’è chi tiene la caldaia accesa al minimo anche durante assenze prolungate e chi invece la vorrebbe spegnere tutte le sere per riaccenderla al mattino. La risposta a questo interrogativo coinvolge aspetti tecnici, normativi ed economici che è meglio esaminare con attenzione.

Se la caldaia si accende e si spegne che cosa succede?

Il funzionamento di una caldaia può essere paragonato a quello di un’automobile in città: ogni volta che si ferma e riparte, il consumo di carburante aumenta rispetto a quando viaggia a velocità costante. Lo stesso principio si applica al riscaldamento domestico.
In inverno o quando fa freddo, nel momento in cui la caldaia viene accesa, il generatore si mette a lavorare a pieno regime per portare l’acqua alla temperatura desiderata e riscaldare i termosifoni. Questa fase iniziale richiede un notevole dispendio energetico.

Al contrario, quando l’impianto è già in funzione e deve solamente mantenere la temperatura, la caldaia opera al minimo delle sue possibilità con un consumo decisamente più contenuto.
In pratica, ogni riaccensione comporta il cosiddetto picco di avviamento dal momento che la caldaia non riscalda solo l’acqua, ma anche tutti i componenti del sistema, dalle tubature ai radiatori. Questo processo richiede una quantità considerevole di energia.

Cosa dicono le leggi?

La normativa italiana sul riscaldamento domestico stabilisce regole precise che definiscono non solo i periodi di accensione variabili secondo la zona climatica (sono ovviamente diversi in Sicilia rispetto all’Alto Adige) ma anche principi fondamentali per ottimizzare i consumi. La legislazione prevede che la temperatura degli edifici residenziali non debba superare i 20°C con una tolleranza di 2°C. Questa indicazione è molto importante perché non riguarda solo il comfort abitativo, ma soprattutto l’efficienza energetica: ogni grado in più comporta infatti un aumento dei consumi che va dal 6 all’8% con conseguente aumento dei costi.

La normativa favorisce anche l’uso di sistemi di termoregolazione perché consentono di far funzionare la caldaia al minimo evitando gli sforzi eccessivi. In questo modo l’impianto si adatta alle effettive esigenze dell’abitazione con più gradualità.

Per gli impianti centralizzati, la legge prevede l’obbligo di installare sistemi di contabilizzazione del calore così ogni famiglia può avere un’idea più chiara dei propri consumi e grazie alla maggiore consapevolezza può ottimizzare i consumi in base alle proprie abitudini.

Quando la caldaia consuma di più?

Non tutte le ore del giorno presentano lo stesso livello di consumo per l’impianto di riscaldamento. Esistono momenti in cui il fabbisogno energetico aumenta decisamente e altri in cui si mantiene su livelli più contenuti.

In genere, i cosiddetti picchi di consumo si verificano:

  • al mattino presto, quando la temperatura esterna è più bassa e l’abitazione si è raffreddata durante la notte;
  • nelle giornate fredde quando la differenza tra temperatura interna ed esterna è più elevata;
  • al momento della riaccensione dopo un periodo di spegnimento prolungato.

Quali elementi influiscono sul consumo della caldaia?

L’isolamento termico dell’abitazione è fondamentale: una casa ben coibentata mantiene il calore più a lungo e permette alla caldaia di operare quasi sempre al minimo.
Anche la manutenzione dell’impianto influisce sui consumi perché una caldaia con depositi di calcare o con la pressione dell’acqua sbagliata deve lavorare di più e consumare più gas per ottenere gli stessi risultati.

La grandezza degli ambienti da riscaldare è ovviamente determinante, così come la loro altezza (l’aria calda, più leggera, va sempre verso l’alto) e la loro esposizione: un’abitazione che guarda a sud richiede meno energia in inverno rispetto a una sempre in ombra.
Anche le abitudini degli abitanti incidono notevolmente: lasciare finestre aperte mentre la caldaia è in funzione rappresenta uno dei modi più sicuri per aumentare i consumi.

C’è caldaia e caldaia, stagione e stagione

Dopo tutte queste considerazioni è arrivato il momento di valutare il tipo di caldaia. Chi ha una caldaia vecchia che funziona ancora bene è opportuno che spenga la caldaia anche in caso di brevi assenze. Le caldaie che hanno la fiamma pilota (si riconosce da uno spioncino da cui si nota appunto la fiammella blu) consumano infatti anche se non stanno riscaldando. La fiamma pilota è costantemente accesa e può consumare, per dare una cifra indicativa, un centinaio di metri cubi l’anno di gas se la fiamma non è molto grande. Le caldaie moderne, invece, sono dotate di un’accensione elettronica che entra in funzione solo quando serve.

Ovviamente anche il fattore stagionale è importante. Mantenere la caldaia accesa durante un lungo periodo nelle stagioni calde non ha molto senso. Conservare invece una temperatura minima di riscaldamento durante l’inverno può essere conveniente perché l’abitazione non perde troppo calore e può quindi essere riscaldata più rapidamente al rientro. Inoltre, per evitare problemi di gelo nelle zone in cui si va spesso sottozero per diversi giorni l’anno è sempre meglio non spegnere la caldaia.

Si aggiunga a questo che le caldaie più avanzate hanno funzioni eco o vacanza che permettono appunto di tenere il generatore acceso a minimo senza sprecare troppo gas.

Qual è la risposta definitiva? Dipende

Come spesso accade nelle questioni complesse non esiste una risposta unica per ogni situazione. L’analisi di tutti gli aspetti che abbiamo considerato sopra porta infatti a una conclusione articolata: la convenienza dipende dalle specifiche condizioni di utilizzo.
Per chi trascorre la maggior parte della giornata in casa e dispone di un buon isolamento termico, mantenere la caldaia accesa alla minima potenza è senz’altro vantaggioso. Per chi invece si assenta non solo quotidianamente ma anche per più giorni, soprattutto nel momento in cui la temperatura esterna è mite, lo spegnimento può rappresentare una scelta più economica.
La soluzione ottimale consiste nel trovare il giusto equilibrio attraverso l’uso di un termostato programmabile per regolare la temperatura in casa in base agli orari di presenza, sfruttando le fasce orarie meno costose e investendo in una manutenzione regolare dell’impianto.
Non esiste una soluzione valida per tutti ma solo quella più adatta alle specifiche abitudini e caratteristiche dell’abitazione. L’importante è sviluppare consapevolezza riguardo ai propri consumi e adottare scelte informate, poiché il miglior risparmio deriva dall’ottimizzazione dell’efficienza senza compromettere il comfort abitativo.